La caduta del muro di Berlino

La riunificazione tedesca

Con questo nome si indica la riconquista dell’unità nazionale della Germania, che era stata divisa in due stati dalle potenze alleate dopo la Seconda Guerra Mondiale. Il processo di riunificazione tedesca cominciò nell’autunno 1989, quando si dimise il governo della Repubblica Democratica Tedesca guidato da Erich Honecker, tenace assertore dell’appartenenza al Patto di Varsavia e della fedeltà all'URSS. Nel giro di un mese circa, il nuovo governo tedesco decise di concedere ai berlinesi dell’Est il diritto di attraversare il Muro di Berlino, atto che era vietato dalla sua costruzione nel 1961 e che aveva portato all’uccisione di più di 200 persone che avevano tentato di varcarlo.

Il 9 novembre 1989 l’ordine divenne esecutivo e centinaia di migliaia di persone si riversarono ai varchi del Muro senza che la polizia facesse nulla per impedirlo: fu l’inizio della fine della Repubblica Democratica Tedesca, il cui governo si dimise nuovamente per dare spazio a libere elezioni che si tennero il 18 marzo 1990 e che diedero vita a un esecutivo che aveva come obiettivo trattare la riunificazione con la Germania Ovest. I negoziati tra i due Stati culminarono in un trattato di unificazione che vide, dal punto di vista giuridico, l’annessione delle regioni della Germania orientale a quella occidentale, in modo tale da non dover apportare significative modifiche alla Costituzione e ai trattati internazionali.

La riunificazione avvenne formalmente il 3 ottobre 1990 e diede origine alla nuova Germania, arricchita dai 5 laender di Meclemburgo - Pomerania anteriore, Brandeburgo, Turingia, Sassonia Anhalt e Sassonia, che si vedono nella foto seguente. La nuova capitale unificata divenne Berlino.