L’abbazia di Cluny

Nel territorio di Macon in Borgogna, una settantina di km a nord di Lione, si trovano ancora oggi le tracce di una delle più grandi abbazie dell’Occidente, Cluny. Purtroppo, dopo le distruzioni operate all’epoca della Rivoluzione Francese (fine del Settecento), sono rimaste solamente parti della chiesa e poche tracce del resto degli imponenti complessi destinati all’abitazione e al lavoro dei monaci.

Fondata nel 910 d.C., l’abbazia aveva acquisito nel tempo terre e feudi grazie all’appoggio dei signori d’Aquitania ed era divenuta una vera e propria potenza economica autosufficiente, una sorta di "Stato indipendente" monastico enormemente influente.

I suoi possedimenti si estendevano in Francia, Germania e Italia e, di conseguenza, gli abati di Cluny esercitavano una grande influenza su tutta la politica europea; furono ben quattro i monaci cluniacensi a divenire papi: Gregorio VII, Urbano II, PAsquale II e URbano V (tutti tra XI e XII secolo).

Tuttavia la grande eredità di Cluny fu essenzialmente culturale e spirituale: i monaci benedettini, che erano particolarmente dediti alla preghiera, contribuirono a varie riforme liturgiche e alla moralizzazione di alcune pratiche culturali in Occidente, grazie soprattutto all’abate Odilone, morto nel 1049; nel loro "piccolo Stato" l’ideale di preghiera e lavoro di Benedetto fiorì a lungo e in maniera esemplare.